WORD WARS - May 2024
Spitting facts: continua la lunga scia del beef dell'anno, con Kendrick Lamar che fa un concertone di tre ore con tutta la West Coast insieme a lui per celebrare la sua riconosciuta vittoria, con un clever comeback alla trollata dell’AI Tupac di Drake (“Kendrick, we need ya, the West Coast savior, engraving your name in some hip-hop history” [...] “We need a no-debated West Coast victory, man”), concerto fatto il 19 giugno, aka il Juneteenth, aka la festa nazionale per l’abolizione della schiavitù. Mille metafore.
Si trova qui.
Per il resto, oltre a Not Like Us fatta sei volte di seguito, siamo ancora in attesa del video di… Not Like Us, in uscita a breve.
(Mi ricorda quando sono andato ad un ristorante dove il ristoratore, prima di avere problemi cardiaci, era stato campione nazionale di carbonara eating competitions. Una volta arrivò un piemontese che tutti davano come stella in ascesa, che però si fermò al settimo piatto. Il nostro mi ha raccontato che “dopo i miei primi sette piatti, gliene ho mangiati altri tre in faccia, così; io non volevo solo vincere, volevo fare la storia”, capito il kendrick de’ noantri?).
Nel frattempo Drake torna a essere Drake, diventando virale con dei panta over-oversize, fatti su misura.
Io allora vado, eh?
La selecta dei dischi del mese è su Spotify e su Youtube.
La puntata di Radio Raheem del mese scorso è qui.
RELEVANT aka quello che spacca secondo noi
MR PIGEONS - Peachy Turquoise
Lo stile di MP ce lo descrive lui stesso qui “my chorus structure in my music can be repetitive, almost as if I’m chanting. The more I repeat something the more feeling that’s created, the more colours are added to the soundscape”, oppure qui “mantra-like hooks with eccentric nonlinear flows”.
Basi ai minimi termini, ma sono perfette per l’andamento cantilenante e ripetitivo del rappato.
Insomma, è un po’ come chillare in meditation mode.
TWO CENTS aka dischi che avrebbero potuto spaccare
SLEEP SINATRA [rap] x BLOOMCYCLE [beats] - Memory(ummm...)
Il tipo l'ho incontrato un po’ di volte in giro, però c’era sempre qualcosa che mi acchiappava di più da mettere. Adesso, non so se io mi sia più avvicinato ai suoi gusti, lui ai miei, oppure se ‘sto mese è risultato un po’ meh.
Comunque, lui nell’abstract ci sguazza un bel po’ e lo fa in tutti gli stili, dal più storto al più riflessivo e Bloomcycle gli sta dietro.
Prodotto da Televangel, con cui Sleep Sinatra aveva anche fatto un disco collabo, Incorruptible Saints.
Anche qui è un po’ come chillare, ma in overthinking: alla fine sei comunque stanco, ma in maniera diversa da prima.
JADASEA - Too Many Tears
Come quando parlammo del suo disco del 2023 “The Corner: Vol. 1”, ricordiamo ancora che lo zio è membro degli Aqrxvst con King Krule e Pretty V.
In realtà potremmo dire la stesa del disco dell’anno scorso (anche se questo se lo è prodotto quasi tutto da solo), J ha ancora bisogno di un po’ di tempo per trovare una propria personalità che si discosti in maniera consistente dal suo label leader aka MIKE, perché altrimenti risulta essere “uno di quelli interessanti”, di cui però ci scorda il nome e il suono.
SEMIRATRUTH - The Star of the Story
Da Chicago, la zia dice di aver trovato la sua strada dopo un concerto della Arkestra e possiamo dire che le coordinate dei suoi pezzi (che più che canzoni sembrano installazioni sonore) siano quelle dell’afrofuturismo, del minimalismo, del rappato old school, oltre che quelle di un flusso di coscienza che forse necessita maggiori ascolti di quelli che ho dedicato. Ogni traccia sembra connessa all’altra, ma se in alcune il legame è abbastanza evidente, in altri casi non è chiarissimo, spiazzando una minima.
Per questo motivo, ho deciso che l'ascolto ideale sia quello d’ambiente, in sottofondo, così lei può slegare come le pare di più e io mantengo l’attenzione alta per il resto: finisce che io mi godo anche la musica e la pasta non scuoce.
MACH-HOMMY - #RICHAXXHAITIAN
Dopo tre anni torna MH con un disco ufficiale in solo, questo giro con il disco che ci si aspetta da un rapper che ha fatto delle sue radici haitiane la sua bandiera, nonché bandana.
Tanti produttori (da Quelle Chris a Messiah Musik, a Kaytranada a Conductor Williams, ecc.) ma una visione bella concreta e compatta che mantiene il disco unito e solido nella sua “esoticità”.
I testi ci sono ma non si vedono, ché Mach Hommy ha chiesto anche a Genius di toglierli, ma sembra ci siano nella versione in vinile - not on label, tutto home cooked - che però ha alcune basi differenti dalla versione digitale e costa dai 250,00$ in su, ma sono tutti sold out a parte la Museum Grade Presidential Edition, a soli 3.333,33$: hustles gonna hustle, haters gonna hate.
VINCE STAPLES - Dark Times
Vince Staples ha i suoi temi sweet and sour e i suoi suoni sweet and sour, con un uso del riverbero che fa suonare sempre tutto un po’ più retrò rispetto al periodo cui si riferisce (VS ha 30 anni anche se è in giro da un tot): insomma è un po’ come mettere il limone sull’anguria.
Comunque un disco così d’estate fa sempre bene, ché altrimenti a fare festa tutto il giorno tutti i giorni si fa la fine di Slurms McKenzie.
WILLIAM CROOKS [rap] x ACHE [beatz] - Youth Group
Di base ‘sta roba è plugg/NY drill, però ha una dinamica di pieni/vuoti che mi ha preso, oltre al fatto che Willy Crooks rappa/vocalizza un po’ come se volesse fare roba sperimentale ma non ne fosse del tutto capace, che è esattamente come usciva fuori la prima trap di scuola Gucci Mane col rap, quindi tutto torna.
Io non vedo l’ora che parta ufficialmente la wave delle sperimentazioni anche su questo versante, come i due zielli e pochi altri al momento, per evitare che si passi dall’invidiabile fresco al temibile surgelato.
WAVE aka quello che sta spaccando il mainstream
4BATZ - u made me a st4r
Nu Soul minimale con andamento un filo lofi hiphop, diventato virale su TikTok per quindi approdare ai soliti grandi nomi (Drake, Ye, Ty Dolla Sign, SZA, ecc.).
Nonostante la scarsa varietà, per me è interessante per la composizione, più vicina a bozze per vedere se l’hook arriva all’algoritmo o meno, tanto che i pezzi, già corti, a volte sono proprio tagliati tipo “sticazzi, facciamone un altro”.
Sembra funzionare, anche se non si può non capire chi lo definisce un chatgpt album. Vediamo se ci sarà un seguito e se tra i crediti troveremo Udio o Suno.
E pure questa è andata, chissà se la prossima volta sarà davvero estate.
Daje!